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PIANO CASA

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2009 11:59
16/03/2009 09:31
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Piano Casa, trattative ancora in corso nella maggioranza




13/03/2009 – “Il Presidente Berlusconi ha esposto al Consiglio dei Ministri le linee guida di un’iniziativa legislativa, attualmente allo studio del Governo, finalizzata ad un rilancio dell’attività edilizia e del tessuto urbanistico, nonché ad un incisivo miglioramento e rinnovamento del patrimonio edilizio non rispondente ai più aggiornati criteri tecnologici ed energetici. L’esame dell’iniziativa al quale hanno partecipato tutti i Ministri esprimendo consenso e suggerendo proposte, è sollecitato anche dall’esigenza di dare impulso al sistema economico. La discussione proseguirà nella prossima riunione del Consiglio”. E' quanto si legge nel comunicato stampa diramato al termine della seduta del Consiglio dei Ministri di oggi.

Rispondendo alle domande dei giornalisti il Ministro Sacconi ha manifestato dubbi sullo strumento legislativo da adottare. La regolamentazione del Piano straordinario di edilizia potrà assumere infatti la forma del decreto legge o del disegno di legge.

Il Piano Casa per l’edilizia residenziale, iniziato col DL 112/2008, convertito dalla Legge 133/2008, non ha avuto sbocchi significativi nella riunione del CdM di oggi. Sono infatti ancora in corso le trattative all’interno della maggioranza. Il piano si arricchirà molto probabilmente di nuove misure, che accomunano la soluzione dell’emergenza abitativa alla possibilità di ampliamento data ai proprietari di immobili esistenti. Il testo all’esame del CdM riprende quello approvato dalla Giunta Regionale del Veneto, ma per la versione definitiva si dovrà attendere circa una settimana e la convocazione di un nuovo Consiglio dei Ministri. Quello di oggi è stato un avvio della discussione, che si avvarrà di successive consultazioni con le Regioni. In base alle dichiarazioni del post riunione l’intenzione sarebbe quella di votare e rendere operativo al più presto il piano di edilizia residenziale.

Gli argomenti su cui continuerà il confronto della maggioranza sono:

Alloggi a canone sostenibile: Il Governo si prefigge la costruzione di 20 mila nuovi alloggi prendendo in considerazione nuove realizzazioni, ricostruzioni e interventi di riqualificazione. Agli inquilini che vivono in case popolari è data la possibilità di riscattare l’immobile a canone sociale, in modo da diventare proprietari dell’alloggio occupato. Per questo obiettivo il precedente Governo aveva stanziato 550 milioni di euro. Attualmente il Cipe ha sbloccato 200 milioni, gli altri 350 saranno reperiti attraverso le prossime leggi finanziarie. L’innovazione rispetto al passato consiste nel coinvolgimento dei capitali privati attraverso la promozione del project financing e dei fondi immobiliari.

Ampliamento immobili: La recente proposta, avanzata dal Presidente del Consiglio e già approvata in Veneto, prevede la possibilità per i proprietari di ampliare del 20% la cubatura degli immobili a uso abitativo o la superficie di quelli destinati a uso diverso. Per le costruzioni precedenti al 1989, con standard qualitativi inadeguati, sarà possibile un aumento del 30% in caso di demolizione e riedificazione. La soglia di ampliamento sale al 35% se la ricostruzione è effettuata secondo le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. È all’esame la possibilità di rendere inedificabile l’area originaria nel caso in cui si decida di costruire in una zona diversa.

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23/03/2009 09:41
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23/03/2009 – È pronto il testo del Decreto Legge sul Piano Casa, il documento che elabora le linee degli interventi d'urgenza proposti dal Governo per il rilancio del settore edilizia.

La bozza del documento, che è circolata in forma non ufficiale, conferma tutti i punti anticipati dal Governo, in particolare l'atteso provvedimento sull'aumento di cubature del 20% per le abitazioni private. Nel processo di rinnovamento e ampliamento potrebbe essere coinvolto circa il 60% degli italiani.

Un ulteriore disegno di legge, affiancherebbe il decreto legge emanato d'urgenza, lasciando cosi tempo al legislatore di raccordare Testo Unico e leggi vigenti alle nuove diposizioni.

ll testo del decreto - che si è arrichito di un punto passando da 6 a 7 articoli - conferma anche le indiscrezioni sul ricorso obbligatorio e non più facoltativo ai ciriteri di risparmio energetico in caso di demolizione e riedificazione di un fabbricato con una ulteriore novità: l'eliminazione del limite sull'anno di costruzione per gli edifici oggetto di demolizione.


LE MISURE DEL DECRETO SUL PIANO CASA


Aumento cubature
Possibilità per i proprietari di ampliare del 20% la cubatura degli immobili a uso abitativo o la superficie coperta per quelli destinati a uso diverso. Premio di cubatura unico del 35% in caso di demolizione e riedificazione di vecchi edifici, con obbligo di ricostruire secondo le regole della bioedilizia e del risparmio energetico. Decade il limite sull'anno di costruzione dell'edificio oggetto di demolizione (le prime bozze parlavano di edifici antecedenti il 1989). Resta il limite massimo per l'ampliamento, fissato in 300 metri cubi per ogni singola unità immobiliare. Possibile anche rendere inedificabile e destinata a verde pubblico l’area originaria nel caso in cui si decida di costruire in una zona diversa. Possibili anche i cambi di destinazione d'uso in tutto o in parte. Obbligo del rispetto delle leggi in materia di staticità delle strutture e di sicurezza antisismica.

Semplificazione delle autorizzazioni e delle procedure,
Il permesso di costruire (ex concessione edilizia) per ristrutturazioni, ampliamenti e nuove costruzioni sarà sostituito da una certificazione giurata del progettista, che dichiarerà sotto la propria responsabilità la piena regolarità delle opere realizzate. Sono ampliati i casi in cui si può ricorrere alla Dia (Denuncia di inizio attività) e all’edilizia libera. Per la soluzione degli eventuali contenziosi è prevista una Camera di Conciliazione. Le autorizzazioni sono rilasciate dai Comuni in deroga a piani regolatori e regolamenti edilizi a patto che non entrino in conflitto con i vincoli di conservazione ambientale, storica, paesaggistica architettonica e culturale. Si valuta anche la possibilità dell’autorizzazione in sanatoria per gli interventi già compiuti in area vincolata in assenza o difformità dall’autorizzazione paesaggistica.

Condomini
Anche nei condomini, previa autorizzazione dell’assemblea condominiale, sarà possibile aggiungere stanze, bagni e alzare tetti. Si valuta la possibilità di autorizzare la realizzazione di un edificio separato avente carattere accessorio nel caso in cui non sia possibile costruirlo in contiguità a quello esistente.

Tutela Ambientale
Vietato l’ampliamento degli immobili abusivi o sottoposti a vincolo storico e paesaggistico. Esclusi quindi da provvedimento tutti gli immobili delle aree destinate a parchi, zone archeologiche, ed i terreni demaniali.

Riduzione contributi di costruzione
I Comuni possono decidere di ridurre il contributo di costruzione sulla quota parte dell’ampliamento. Nel caso in cui ad essere ampliata sia la prima abitazione lo sconto può arrivare al 50%. Stesso sconto anche in caso di ricorso alla bioedilizia.

Sanzioni
Revisionate le pene. Gli abusi di minore entità come l’apertura di finestre o la chiusura di una veranda verranno puniti con sanzioni amministrative. Per quelli più gravi, comprendenti la costruzione di edifici non a norma, è previsto l’arresto da 2 a 3 anni. Allo studio il ravvedimento operoso, con la possibilità di estinguere l’illecito a seguito di un accertamento di conformità e compatibilità ambientale.

Alloggi a canone sostenibile
Via libera per ventimila nuovi alloggi a canone sostenibile, prendendo in considerazione nuove realizzazioni, ricostruzioni e interventi di riqualificazione. Agli inquilini che vivono in case popolari è data la possibilità di riscattare l’immobile a canone sociale, in modo da diventare proprietari dell’alloggio occupato. Per questo obiettivo il precedente Governo aveva stanziato 550 milioni di euro. Attualmente il Cipe ha sbloccato 200 milioni, gli altri 350 saranno reperiti attraverso le prossime leggi finanziarie. L’innovazione rispetto al passato consiste nel coinvolgimento dei capitali privati attraverso la promozione del project financing e dei fondi immobiliari.

Il documento finale dovrebbe conformarsi in un un testo che ricalcherà molto da vicino quello approvato dal Veneto.

I Comuni avranno a disposizione 60 giorni di tempo per escludere alcune zone dall'applicazione del Piano Casa. Per gli ampliamenti del 20%, ma anche per demolizioni e ricostruzioni sarà sufficiente la Dia prevista dal Testo Unico dell'Edilizia, Dpr 380/2001. Si parla di limiti alla presentazione domande entro il 31 dicembre 2010.

La discussione sul testo del Piano Casa riprenderà comunque in settimana. Fondamentale il nodo di mercoledi 25, quando il testo del decreto passerà al vaglio della Conferenza Stato/Regioni unificata.

Secondo il Ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, il CdM di venerdì 27 marzo potrebbe vedere già il varo definitivo del decreto, dal momento che ci sarebbe attesa sul provvedimento anche da parte delle Regioni di centrosinistra.

Dello stesso parere il Ministro dello Sviluppo Economico Scajola, secondo il quale il varo del decreto legge avrà luogo venerdì prossimo, dopo la riunione con le Regioni prevista per mercoledì. Dalle dichiarazioni di Stefania Prestigiacomo, Ministro dell’Ambiente, emergono possibili abbinamenti agli incentivi del 55%, ancora in fase di definizione.

Al decreto si accompagnerà un disegno di legge per la delega al Governo della compilazione di un testo unico in materia di edilizia e urbanistica, nel rispetto delle attribuzioni costituzionali delle Regioni. Qualche rallentamento potrebbe essere provocata dall'opposizione del Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, contrario a un DL giudicato anticostituzionale.

Ricordiamo che oltre agli impegni istituzionali del Presidente del Consiglio, lo slittamento del Piano Casa ha avuto luogo per le osservazioni di carattere istituzionale mosse da Napolitano alla bozza del decreto legge. Il Capo dello Stato si è pronunciato a favore di un maggiore protagonismo delle Regioni, che con lo Stato condividono la competenza legislativa in materia di edilizia, e della definizione degli argomenti da far rientrare nella decretazione di urgenza.

Si è parlato di Piano Casa anche durante i lavori del Consiglio Europeo. Dalle dichiarazioni del presidente Berlusconi emerge un generale interesse dei membri comunitari alle misure italiane con funzione anticiclica., che sarà inoltrato alle ambasciate dei Paesi membri.

Per la Lega Nord il piano del Governo sarebbe un doppione rispetto al provvedimento all’esame della Commissione Ambiente alla Camera. Una proposta con tanto di detrazioni fiscali, incentivi per la diffusione di rinnovabili e certificazione energetica. Ma soprattutto con il riconoscimento di un bonus di 100 metri quadri per ogni bambino nato in Italia, da riscuotere in età adulta.

Attende invece di leggere il testo del decreto Pierluigi Bersani, responsabile economico del Pd, che auspica il potenziamento di energie alternative e sgravi fiscali per le ristrutturazioni piuttosto che aumenti automatici delle cubature, dovuti alla totale deregolamentazione.

Cautela da parte di Legambiente, consapevole della necessità di una semplificazione che non si traduca in assenza di regole di riferimento. Per evitare danni irreversibili l’associazione propone di applicare gli interventi proposti dal Governo nelle zone B e C dei Piani Regolatori Comunali, cioè quelle di completamento ed espansione urbanistica. Generalmente contrari al decreto legge gli ambientalisti, che non accettano la liberalizzazione dell’aumento del 20% per le opere interrate accessorie alla residenza e l’abolizione del permesso di costruire.

Spinte positive arrivano da associazioni degli imprenditori e organizzazioni sindacali, unite in uno storico accordo per il rilancio dell’edilizia, che hanno accolto di buon grado gli incentivi per le demolizioni e successive ricostruzioni con aumento di cubatura. Chiesto soprattutto l’avvio veloce del Piano Casa nazionale per far fronte all’emergenza abitativa. Il sostegno al settore delle costruzioni dovrebbe garantire livello degli investimenti, veloce ritorno economico, salvaguardia del lavoro e razionalizzazione del mercato.
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Piano Casa, non si placano le tensioni Governo - Regioni
Scontro sulla forma legislativa da adottare, per Berlusconi gli enti locali non possono tirarsi indietro


27/03/2009 – È iniziato all’insegna della tensione il confronto Governo – Regioni, che terminerà martedì prossimo con un Piano Casa condiviso. Al tavolo tecnico nella sede del Ministero degli Affari Regionali oltre ai rappresentanti degli enti locali stanno partecipando il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, quello per la Semplificazione Roberto Calderoli, i sottosegretari Davico per gli enti locali e Brancher per la semplificazione, il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, il Governatore della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, l’Assessore al Bilancio della Regione Lombardia Mario Colozzi e il presidente dell’Anci Leonardo Domenici.

C’è poca chiarezza sullo strumento legislativo da adottare. Da una parte le Regioni hanno bocciato il decreto legge non solo per i possibili conflitti di competenza che potrebbero derivarne, ma anche perché, essendo applicabile in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, priverebbe di fatto i Comuni della possibilità di escludere alcune aree dagli aumenti di cubatura.

Durante la Conferenza delle Regioni il DL è stato infatti accantonato anche nella sua forma ridimensionata per motivi di merito e metodo. Dall’altro lato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato che non c’è nessuna frenata sul Piano Casa e che le Regioni non potranno tirarsi indietro visto l’interesse suscitato dalla proposta anche in termini di occupazione. L’ipotesi di ripresentare un decreto legge ha rischiato di far saltare il tavolo tecnico. Il Piano Casa è stato inoltre cancellato dall’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri, lasciando il posto a un breve riassunto dei lavori in corso.

Entro martedì bisognerà redigere un piano condiviso per il rilancio delle costruzioni. Secondo gli enti locali, attenti a legalità e costituzionalità, potrebbe assumere la forma di un disegno di legge o di una legge quadro, cui dovrebbero far seguito specifiche norme regionali subito operative.

Le Regioni, favorevoli alle semplificazioni conformi ai piani regolatori, mirano al miglioramento della qualità degli edifici attraverso la demolizione degli immobili obsoleti e il miglioramento di prestazioni energetiche, statiche e impiantistiche. Un iter che dovrebbe rispettare i tempi parlamentari e l’esito del confronto con gli enti locali.

Giancarlo Galan, governatore del Veneto, ha annunciato che indipendentemente dall’iter dei lavori la sua Regione continuerà ad andare avanti con prudenza, ma anche con decisione. Il rallentamento subito dal piano dovrebbe inoltre fugare gli ultimi dubbi di speculazione e abusivismo. La Giunta Regionale ha infatti votato un testo di legge che anticipa quello dell’Esecutivo.

Per il consigliere regionale del Pd, ed ex governatore della Sardegna, Renato Soru, gli aumenti di cubatura dal 20 al trenta per cento potrebbero avere gravi effetti se si considera che esistono circa 400 mila seconde case sulle coste.

Categorico anche il Presidente della Liguria Burlando, che chiede di ristabilire la dotazione di 550 milioni di euro per la costruzione di alloggi a canone sostenibile, cifra sottratta alle Regioni per compensare il minor gettito da Ici. Giudicato pericoloso per mancanza di risorse umane anche il silenzio-assenso delle Soprintendenze in caso di interventi nei centri storici. Secondo il Governatore prima della trasformazione di vecchi capannoni in condomini o centri commerciali, bisogna pensare agli strumenti urbanistici, come allacciamenti di gas, luce, acqua e fogne.

Preoccupata dallo stop al decreto la maggioranza trasversale del Lazio, che ha proposto il recupero dei sottotetti. Sulle stesse posizioni Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance, che pur comprendendo le preoccupazioni delle Regioni sulle competenze in materia di edilizia e urbanistica, chiede al Governo tempi rapidi per il rilancio delle costruzioni. Il decreto legge sarebbe quindi l’unico strumento per evitare la paralisi dell’edilizia. Le stime del Cresme confermano infatti un giro di affari di 60 miliardi di euro per un’adesione agli ampliamenti pari al 10% pur coinvolgendo solo le abitazioni mono e bifamiliari.
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03/04/2009 –Le Regioni italiane cominciano a scendere in campo con leggi per il rilancio dell'edilizia e l'aumento delle cubature. E' stata registrata qualche critica dall’opposizione dopo l’approvazione del Piano Casa. Le lamentele vertono sull’housing sociale, argomento tralasciato dall’accordo in vista di una futura programmazione. Il testo approvato da Governo e Regioni non fa infatti menzione di sostegni a mutui o affitti. Più spazio agli aumenti delle cubature quindi, soprattutto nelle Regioni del centrodestra. I generale tutti gli enti locali stanno rispondendo in modo dinamico. Come auspicato dal Ministro Fitto, si stanno mettendo al lavoro per approvare le leggi regionali su edilizia e piani paesaggistici prima del limite dei 90 giorni stabilito a livello nazionale.

La Lombardia, dopo aver annunciato di essere pronta per il varo di una legge regionale, ha anticipato di favorire gli interventi per i quartieri di edilizia residenziale pubblica, premiando quelli che prevedono risparmi energetici. In base alle dichiarazioni del Governatore Formigoni, che si è impegnato anche per risolvere la carenza di alloggi, si tratterà di un piano per l’edilizia più che un vero e proprio Piano Casa.

In Veneto, Regione apripista che ha anticipato gli orientamenti del Governo e ha annunciato il varo della nuova normativa nel giro di un mese, i premi di cubatura saranno estesi ai capannoni industriali a patto che demolizioni e ricostruzioni valorizzino il risparmio energetico.

Sarà conforme all’accordo nazionale il piano della Sicilia, che prevede anche incentivi per l’acquisto della prima casa attraverso il contenimento degli interessi sui mutui. Ci saranno anche bonus per quanti decidono di abbattere le costruzioni abusive, impedendo l’edificazione nelle aree soggette a sanatoria. Secondo il Presidente della Regione Lombardo la Sicilia non necessita nuove costruzioni, al contrario il Piano Casa deve avere una funzione di riqualificazione urbanistica.

Più attenta all’housing sociale la norma del Lazio. Solo a Roma, dove è stata ottenuta la sospensione degli sfratti fino al 7 luglio, sono stati stanziati 450 milioni di euro per l’acquisto di 500 nuovi appartamenti e l’avvio di politiche di lungo per l’edilizia residenziale pubblica e 167 piani di zona. Si potranno anche ricavare nuove abitazioni con il recupero dei sottotetti, che evita il consumo del territorio. A ricadere nella legge saranno i locali con altezza media di 2,40 metri (2,20 per i locali di servizio). Per rientrare nei limiti sarà possibile apportare piccole modifiche o abbassare il solaio sottostante.

Pochi i cambiamenti previsti dal Piemonte, Regione che ha giocato d'anticipo collocando gli aumenti del 20% nella legge urbanistica. E' già stata approvata la costruzione di 10 mila alloggi entro il 2012. Grazie a 306 milioni di euro ne sono stati realizzati 5444, 600 dei quali già abitati. Sarà destinata una quota di abitazioni alla fascia intermedia troppo ricca per accedere all'edilizia popolare, ma con redditi troppo bassi per collocarsi nel mercato delle libere locazioni.

Anche la Campania ha anticipato il Governo prevedendo semplificazioni e accelerazione della spesa a sostegno delle costruzioni. Le misure anticicliche dell'edilizia sono state anche al centro di un incontro tra i giovani costruttori dell'Ance. Per l'housing sociale verrà incentivato il partenariato pubblico-privato. La Regione prevede inoltre il recupero del patrimonio edilizio, con incentivi al risparmio energetico.

Propensa alla soluzione della tensione abitativa la Liguria, dove si prevede il recupero delle abitazioni sfitte non abitabili, oltre alla realizzazione di nuovi alloggi pubblici, che movimenteranno i capitali in funzione anticiclica.

In Calabria è previsto uno stanziamento da 230 milioni da indirizzare su tre direttrici: 60 per gli interventi contenuti nei contratti di quartiere dei Comuni, 155 per l'edilizia locativa e privata, 15 per l'abbattimento delle barriere architettoniche nelle abitazioni Erp e private.

La Basilicata ha stanziato 91 milioni in incentivi, che secondo le previsioni frutteranno oltre 250 milioni. L'obiettivo è il completamento di 100 alloggi in corso d'opera e la realizzazione di 173 nuove abitazioni.

Più complicata la situazione della Puglia, che contava sui fondi Fas per l'avvio di progetti immediatamente cantierabili. L'Assessore Regionale al Territorio Angela Barbanente ha confermato la priorità delle opere, per le quali dovrà essere trovata una copertura finanziaria.

Qualche difficoltà per l'applicazione del Piano casa è prevista in Toscana, ricca di centri storici e aree inedificabili. La legge regionale non stravolgerà i piani regolatori. In seguito ad accordi con l'Anci si stabilirà se sarà possibile modificare gli edifici in quei centri storici dove sono consentite le ristrutturazioni con demolizioni e ricostruzioni.

Le linee guida dell'Emilia Romagna prospettano ampio spazio per l'housing sociale, viste le 30 mila famiglie in attesa di un alloggio pubblico e le oltre 52 mila che durante l'anno passato hanno usufruito di un sostegno all'affitto. Il Presidente Errani assicura intanto che non ci saranno eccessive deregolamentazioni; il Piano Casa sarà al contrario un'occasione di migliore vivibilità.

In Umbria sono già state approvate leggi con misure per la semplificazione, come la super Dia e vari strumenti di premialità.

Prevede di rispettare i limiti dell'accordo il Molise, che mira all'approvazione di una legge regionale entro 60 giorni.

Rassicurazioni da parte della Sardegna, contraria alla cementificazione delle coste. Il Governatore Cappellacci promette interventi per rivitalizzare l'economia nel pieno rispetto della tutela dell'ambiente, risorsa di fondamentale importanza.

Le Regioni, autonome in materia di legislazione edilizia, agiranno secondo determinati parametri:

Linee guida e limiti di intervento: l'accordo di riferimento tra Governo e Regioni esclude i condomini, le aree sottoposte a vincolo, i beni culturali, le zone di particolare pregio paesaggistico o di inedificabilità assoluta, gli edifici abusivi e i centri storici. Il Piano Casa si applicherà quindi alle abitazioni uni e bifamiliari o comunque alle costruzioni di volumetria non superiore ai mille metri cubi, tra cui possono rientrare le palazzine con quattro o cinque appartamenti. Coinvolti anche gli immobili a uso commerciale e industriale. La portata degli interventi non potrà superare i 200 metri cubi. L’accordo ha escluso la compravendita delle cubature tra vicini di casa.

Contenuti e tempi di approvazione: le Regioni si sono impegnate ad approvare entro 90 giorni un testo di legge per la regolamentazione degli interventi, definiti tra Regioni e Comuni, volti al miglioramento della qualità architettonica e al rilancio dell’edilizia. Governo ed Enti Locali hanno fissato il limite per l’aumento delle cubature al 20% per gli immobili esistenti e al 35% in caso di demolizione e ricostruzione secondo i criteri di bioedilizia ed efficienza energetica. Ogni Regione potrà però anche superare tali parametri in virtù della potestà legislativa in materia di edilizia e urbanistica riconosciuta dalla Costituzione. Gli Enti Locali potranno infatti approvare interventi su villette a schiera e parti comuni dei condomini nel rispetto della compatibilità architettonica ed estetica. Dopo i 90 giorni concessi alle Regioni per l’approvazione di una legge ad-hoc subentra un potere sostitutivo per evitare interventi a macchia di leopardo. Le norme regionali avranno una validità di 18 mesi, potranno superare i limiti dell’accordo di riferimento, introdurre ulteriori parametri di incentivazione o escludere determinate zone dall’applicazione del Piano Casa.

Modalità e tempi di intervento: i progetti potranno essere presentati dopo l’entrata in vigore della legge nella Regione di riferimento. Ogni norma locale stabilirà la documentazione necessaria per ottenere l’ampliamento. L’accordo Governo – Regioni prevede una semplificazione in tal senso, con il ricorso generalizzato alla Dia, Denuncia di inizio attività, sostitutiva rispetto al permesso di costruire. Snellite anche le procedure per la Vas, Valutazione ambientale strategica, e per le costruzioni in zone sismiche, che saranno però sottoposte a controlli a campione. Il Durc, sempre obbligatorio anche nell’edilizia privata, dovrà essere presentato dal committente prima che inizino i lavori.

Atteso intanto per la prossima settimana il decreto legge in forma ridotta che, oltre alla semplificazione delle materie di competenza statale, tratterà sicurezza nei cantieri e lotta al lavoro nero. La buona riuscita del Piano Casa secondo il Presidente Berlusconi deve avvalersi di un intervento del sistema bancario in grado di abbassare le rate dei mutui al di sotto dei canoni di locazione esistenti. In questo modo oltre alle fasce estreme sarebbe coinvolto il ceto medio.

In base alle rilevazioni effettuate il 30,3% degli interventi potrebbe derivare dal Sud, il 27% dal Nordovest, il 21,8% dal Centro e il 20,9 dal Nordest. A fronte di una adesione del 10% dei proprietari potrebbero essere movimentati 60 miliardi di euro. Pari a 4 o 5 punti del Pil.
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Piano casa, ecco i vantaggi

Le regole da seguire: l’ampliamento non sarà possibile per gli immobili urbani. Si potrà costruire un box nel giardino di una villetta o fare lavori nel sottotetto. Le risposte sono state realizzate con la collaborazione della Confedilizia e dell’Arpe.
Ho un immobile che vorrei ampliare. In che modo posso servirmi del decreto senza incorrere in future sanzioni?

Il decreto consente, in deroga agli strumenti urbanistici ma nel rispetto dei diritti dei terzi, di ingrandire le singole unità immobiliari (con il vincolo che siano state ultimate alla data del 31 dicembre 2008) nei limiti del 20% del volume, se destinate a uso residenziale. In ogni caso il decreto mette anche un altro paletto. Ovvero l’ampliamento, per gli immobili residenziali, non può essere superiore a 300 metri cubi (100 metri quadri). Questo vuol dire che bisogna attenersi strettamente a queste misure se non si vuole incorrere in sanzioni. In pratica grazie al decreto è possibile, ad esempio, chiudere il portico di una villetta, oppure scavare sotto la stessa per creare una taverna. Oppure, ancora chiudere il proprio balcone realizzando una veranda.

Ho intenzione di demolire e ricostruire un edificio. In questo caso posso allargare la superficie?

Il provvedimento consente, in deroga agli strumenti urbanistici vigenti o adottati, di demolire e ricostruire gli edifici, con un aumento fino al 35% del volume esistente per i fabbricati residenziali. L’ampliamento però non può danneggiare l’ambiente. È necessario quindi che chi intraprende nuovi lavori partendo da una demolizione, faccia ricorso a tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabile o di risparmio idrico.

Mio figlio dopo il divorzio ha avuto l’esigenza di tornare a vivere con i genitori. Ora noi non abbiamo abbastanza spazio per ospitarlo e conseNtirgli quell’autonomia di vita che gli è necessaria. Pertanto desidero allargare il mio immobile ma vorrei anche cambiare la destinazione d’uso. Posso farlo?

Gli interventi di ampliamento possono anche consistere, in tutto o in parte, nel mutamento di destinazione d’uso, con o senza opere. Ad esempio, piuttosto che costruire un locale ex novo, è possibile trasformare la cantina in una stanza aggiuntiva oppure, ancora, rendere abitabile una soffitta. Gli interventi di ampliamento e di ricostruzione possono essere cumulati tra loro? Gli indicati interventi non possono essere cumulati fra loro. In caso però di unità immobiliari contigue, è possibile avvalersi, ma sempre con l’accordo del vicino, dell’ampliamento di volume da questo non sfruttato, realizzando così un incremento del 40%.

Volendo intraprendere un ampliamento che procedura devo seguire e quali documenti devo presentare?

Per realizzare gli interventi previsti dal decreto del governo è sufficiente presentare la Dia al competente ufficio del Comune entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Alla Dia va allegata l’attestazione del titolo di legittimazione, l’asseverazione del progettista abilitato con cui si stabilisce che sussistono tutte le condizioni previste dal decreto legge, gli elaborati progettuali richiesti dal regolamento edilizio e un’autocertificazione circa la conformità del progetto alle norme igienico sanitarie.

Ci sono delle situazioni immobiliari nelle quali non è possibile effettuare interventi di ampliamento e di ricostruzione?

Il decreto fissa delle condizioni precise nelle quali non è possibile fare interventi di nessun tipo sia che si tratti di ampliamenti sia che si tratti di ricostruzioni. Ampliamenti e ricostruzioni non possono essere effettuati nelle zone gravate da vincolo di inedificabilità assoluta come i parchi nazionali o le aree naturali ed archeologiche. Questo divieto impedisce di deturpare zone di interesse per la collettività sia di tipo storico che naturalistico. Gli interventi in questione non possono neanche riguardare gli immobili abusivi oggetto di ordinanza di demolizione e gli immobili privati posti su aree demaniale. Questo vuol dire che se è in corso un’ordinanza di demolizione non si può utilizzare il decreto come forma di sanatoria. Il presidente del Consiglio Berlusconi ha precisato che il piano casa non riguarderà gli immobili urbani, ma si fermerà alle case monofamiliari, bifamiliari e alle costruzioni da rifare dopo che queste saranno demolite. Quindi non riguarderà i condomini.

Dopo aver espletato tutte le pratiche necessarie come devo calcolare il contributo da versare?

Il contributo di costruzione è proporzionato agli incrementi realizzati ed è ridotto del 50% nel caso in cui l’unità immobiliare sia destinata a prima abitazione oppure questo tipo di interventi siano realizzati mediante l’utilizzazione di tecniche costruttive di bioedilizia o di fonti di energia rinnovabile o di risparmio idrico. Ho una piccola baita in montagna e vorrei sfruttare il «piano casa» per ampliarla realizzandovi un nuovo bagno.

Lo posso fare o l’ampliamento è previsto solo per le cosiddette prime case?

Il provvedimento in questione consente la possibilità per gli edifici ad uso residenziale di effettuare un ampliamento pari al 20% del volume dell’unità immobiliare considerata. Ciò vuol dire che non vi è alcuna distinzione tra immobile destinato ad abitazione primaria e quelli destinati ad abitazione secondaria. La risposta al quesito è quindi positiva. Vorrei costruire un box nel giardino della mia villetta. Ho bisogno di un vano in più quindi mi serve una costruzione autonoma rispetto al corpo principale.

È consentito dal decreto o vi sono dei criteri che devo seguire?

La norma che consente l’ampliamento parla solo di volumi e non di costruzioni in aderenza o meno, quindi si ritiene che il box in questione possa essere realizzato, purché comunque nel rispetto dei previsti limiti di cubatura.

Posso fare dei lavori nel sottotetto?

La sopraelevazione e lo sfruttamento nell’ambito del 20% di cubatura è possibile nelle case singole. Le ultime precisazioni del presidente del Consiglio escludono che tali lavori possano essere effettuati nell’ambito di un condominio anche se si decidesse di modificare il regolamento.

I miei figli mi hanno chiesto di realizzare una sorta di tavernetta per le loro feste con gli amici. Io e mio marito pensavamo di utilizzare il porticato. Si può fare?

Si possono rendere abitabili le cosiddette «pertinenze» ricavando una tavernetta o due stanze da un capanno. Ho un terrazzo che sarebbe abitabile, nel senso che ha una dimensione considerevole.

Vorrei ricavarne un altro vano chiudendolo con un intervento in muratura. Il piano casa lo consente?

Sarà possibile chiudere il terrazzo del proprio appartamento con un intervento in muratura.

Gli interventi di ampliamento riguardano anche le unità immobiliari in condominio?

Gli interventi riguardano solo le case monofamiliari e bifamiliari e non i condomini.

Il proprietario del lastrico ad uso esclusivo può sopraelevare?

La risposta è positiva purché questo intervento avvenga nel rispetto dei limiti di cubatura previsti dal decreto e delle prescrizioni di cui all’art. 1127 c.c.. Questo significa che gli interventi devono essere consentiti dalle condizioni statiche dell’edificio; inoltre l’opera non deve pregiudicare l’aspetto architettonico del fabbricato, non deve diminuire notevolmente l’aria o la luce dei piani sottostanti.

Ci sono adempimenti specifici previsti per i proprietari di unità immobiliari situate in centri storici?

Il presidente del Consiglio ha precisato che il piano casa non riguarderà gli immobili urbani. Al momento è quindi da verificare se le nuove misure si possono applicare a immobili situati in centri storici non soggetti a vincoli. In caso positivo, la denuncia di inizio attività, oltre ad essere presentata allo Sportello unico o al competente Ufficio comunale, deve essere mandata anche alla competente Soprintendenza, che può imporre - entro 30 giorni - ulteriori modalità costruttive con particolare riguardo al rispetto del contesto storico ed ambientale.

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