Muffa negli ambienti

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=Cristian82=
00lunedì 6 dicembre 2010 09:34
Il problema della muffa è molto sentito e di solito, per essere risolto, necessita di interventi abbastanza gravosi per chi abita un appartamento: si tratta infatti di andare a rintracciare ed eliminare le cause che hanno provocato la formazione delle muffe, e non solamente di andare a rimuovere le colonie di muffe presenti, perché, se la causa non è stata rimossa, si ripresenteranno certamente!
Le muffe sono un tipo di funghi pluricellulari, capaci di ricoprire alcune superfici sotto forma di spugnosi miceli e solitamente si riproducono per mezzo di spore.
Possono essere di vari tipi e alcune di queste sono nocive per la salute, soprattutto quella dei bambini: sia le spore che alcune tossine prodotte dalle muffe possono infatti causare allergie a livello polmonare.

Il fattore determinante per la formazione di muffe è l'umidità: solo con un'umidità dell'aria superiore al 75% le spore della muffa trovano condizioni di crescita favorevoli.
Bisogna sapere che una persona che soggiorna in un ambiente, solo con la respirazione, produce circa 0,2 litri all’ora di vapore acqueo. Questo vapore acqueo viene immesso nell’ambiente in cui ci troviamo: l’aria quanto più è calda tanto più riesce ad immagazzinare acqua allo stato di gas.
Quando la quantità di vapore acqueo contenuto nell’aria supera il valore massimo possibile, l’acqua condensa creando un terreno favorevole allo sviluppo della muffa.
Pertanto l’eccessiva umidità contenuta nell’aria può condensare sulle pareti quando c’è:

- scarsa ventilazione degli ambienti.
- scarsa o nulla coibentazione delle pareti,
- coibentazione mal eseguita.

Nel primo caso è un semplice problema di aerazione degli ambienti. La normativa vigente prevede che gli ambienti domestici debbano avere un ricambio d’aria di 0,5mc l’ora. Questo principalmente per mantenere bassi i livelli di CO2 presenti nell’aria che respiriamo: un livello troppo elevato di CO2 infatti risulta tossico per la salute umana. Un altro motivo è quello di controllare la percentuale di umidità contenuta nell’aria che non deve essere troppo alta per la salubrità di un ambiente.!
Pertanto è di fondamentale importanza ventilare gli ambienti in cui viviamo con una certa frequenza. Non serve tenere aperte le finestre per tanto tempo: si raffredderebbero gli ambienti provocando un inutile dispendio energetico! Sono sufficienti pochi minuti ogni ora o due anche se dipende dall’attività e dall’affollamento della stanza.
Oggi, nelle case passive vengono installati impianti di ventilazione controllata: le case passive o a bassissimo dispendio energetico infatti non hanno impianto di riscaldamento (o ne hanno uno di emergenza per far fronte ai pochi giorni più freddi) perché sono costruite con accorgimenti progettuali e di coibentazione molto attenti, permettendo delle performance ottimali dell’abitazione.
In queste case il consumo maggiore di energia è dato dalla ventilazione: cioè dagli sprechi di energia che si hanno nei ricambi d’aria! Sono pertanto stati messi a punto dei sistemi di ventilazione continua che contengono al loro interno dei recuperatori di calore in modo tale che l’aria in uscita, calda, venga messa in contatto (indiretto) con quella in entrata (fredda) in maniera tale da cedere ad essa la maggior parte del proprio calore: con questo sistema si evitano gli sprechi e si ha sempre un comfort ottimale all’interno delle abitazioni!
Sistemi di ventilazione controllata possono però essere utili anche in quelle case (non passive) dove il proliferare della muffa è accresciuto dalla scarsa ventilazione degli ambienti.
L’altra (e di più difficile soluzione) causa di formazione della muffa è legata ai problemi di coibentazione delle pareti: una parete non coibentata e con spessori murari esigui (la maggior parte delle abitazioni costruite dagli anni 60 ai 90) è molto sensibile alle variazioni di temperatura esterne: se fuori fa freddo, anche all’interno della casa questi muri saranno freddi, e viceversa quando fa caldo, le pareti saranno infuocate trasmettendo tutto il calore all’interno! Queste pareti si dicono “a bassa inerzia termica”.
Facciamo l’esempio di avere una fredda giornata invernale: noi siamo chiusi in casa con i radiatori accesi: l’aria all’interno dell’ambiente è calda, noi siamo in casa e magari stiamo anche cucinando producendo una notevole quantità di vapore acqueo…ma fuori è freddo, per cui teniamo le finestre rigorosamente chiuse! Se non abbiamo finestre prestanti (a tenuta termica con doppi vetri, ecc.) vedremo il vapore condensare sui vetri: infatti l’aria, satura di vapore acqueo, a contatto con una parete fredda, condensa! La stessa cosa, anche se in maniera non così visibile, avviene sulle pareti fredde delle case! Questo fenomeno porta alla formazione delle muffe!
Una soluzione a questo problema è attraverso un intervento di coibentazione. Questo intervento dovrebbe avvenire preferibilmente dall’esterno dell’edificio realizzando il cosiddetto “cappotto termico", in alternativa si può realizzare anche un intervento di coibentazione interno. Bisogna comunque stare molto attenti perché la condensa, oltre che sulle pareti interne, potrebbe crearsi anche all’interno del muro (creando un'altra categoria di problemi), per cui tutto questo deve essere calcolato con precisione da un tecnico competente in modo tale da non avere brutte sorprese!
Coibentare un edificio ha il vantaggio di migliorare notevolmente i consumi energetici per il riscaldamento: le pareti infatti disperderanno all’esterno meno calore e le superfici interne, prima fredde al tatto, saranno in grado di trattenere all’interno il calore prodotto dall’impianto di riscaldamento!
Anche la coibentazione deve essere effettuata da squadre capaci di una esecuzione a regola d’arte! E’ sempre importante avere un Direttore dei Lavori in grado di controllare che gli interventi vengano eseguiti correttamente!
La muffa infatti può essere un problema anche delle case coibentate: il cappotto deve essere applicato uniformemente evitando la formazione di ponti termici. I ponti termici sono punti di debolezza: uno dei punti più critici per esempio è il punto di contatto tra muro e infisso, gli angoli e gli spigoli sono punti più deboli per forma, un balcone non isolato può essere di nuovo un punto di massima dispersione del calore.
In questo caso, pur avendo una parete calda, nei punti dove l’isolamento non è fatto a regola d’arte, il freddo sarà trasmesso all’interno e l’aria, satura di vapore, troverà un punto in cui condensare ricreando l’ambiente favorevole per la formazione della muffa.
Quando l’umidità viene dal terreno, significa che l’edificio non è stato ben coibentato nella parte basamentale e si parla di “umidità di risalita”. Anche in questo caso si deve effettuare un intervento di coibentazione, ma intervenire è più difficile: la cosa migliore è infatti sempre un intervento dall’esterno, ma effettuarlo a posteriori può essere notevolmente dispendioso. Anche dall’interno si può intervenire con successo, però bisogna valutare le situazioni caso per caso e comunque è sempre necessario un lavoro abbastanza radicale che prevede molto spesso di doversi trasferire altrove per la durata dell’intervento.
Bisogna sempre rivolgersi a tecnici competenti in grado di certificare il lavoro fatto! Per questo dovete essere informati ed esigenti, per non cadere dalla padella nella brace!
Fatevi rilasciare una certificazione energetica da un tecnico che abbia potuto seguire la realizzazione degli interventi e vi garantisca prendendosi la responsabilità di quello che dichiara!

E' possibile effettuare monitoraggi dei ponti termici per mezzo della termografia, in questo modo è possibile fare anche diagnosi preventive degli interventi da effettuare.
Un altro elemento utile nella soluzione di problemi di muffa, può essere l’utilizzo di intonaci a base di calce idraulica naturale o di argilla: entrambi questi materiali hanno proprietà igroscopiche, sono cioè capaci di trattenere quantità di acqua al loro interno e di rilasciarla nell’aria solo quando serve. Per approfondire vedi la risposta di Sara de Grossi nel nostro Forum.

Per concludere: Per risolvere i problemi di muffa è importantissimo coibentare un edificio, ma bisogna farlo molto bene! Ed è sempre importantissimo curare la ventilazione di una abitazione!
ulisse_63
00mercoledì 19 gennaio 2011 13:22
precisazione
interessante....vorrei solo precisare una cosa e riporto il passaggio che ritengo non preciso:

"Quando la quantità di vapore acqueo contenuto nell’aria supera il valore massimo possibile, l’acqua condensa creando un terreno favorevole allo sviluppo della muffa."

Questa affermazione non è corretta perchè; la condensa dell'umidità presente nell'aria non avviene come conseguenza alla saturazione ma semplicemente per raggiungimento del "punto di rugiada" dell'aria.
Infatti è fisicamente dimostrato che l'umidità presente nell'aria si condensa in goccioline al verificarsi di precise condizioni ad esempio: con umida relativa dell'aria al 50% temperatura 20 gradi il punto di rugiada è 9,3 gradi ovvero se in casa si verificano queste condizioni una qualsiasi supeficie a 9,3 gradi presenta goccie di acqua condensate. Ci sono delle tabelle scaricabili da internet che riportano il punto di rugiada in funzione della temperatura dell'aria e della sua umidità relativa. Pertanto alla luce di questo principio fisico è chiaro che per evitare la condensa si può intervenire in diversi modi, ad esempio variando l'umidità relativa dell'aria ma anche semplicemente evitando che le superfici interne raggiungano il limite di rugiada.
cordialmente Ulisse.
cordiali saluti
=Cristian82=
00giovedì 20 gennaio 2011 10:10
Hai perfettamente ragione Ulisse, mi scuso per l'imprecisazione!
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